Fontana dei Cavalli

Costruita a ridosso delle mura castellane e in prossimità alla Porta Cesare Battisti, già di Santa Croce, era utilizzata per l’abbeveraggio dei cavalli che venivano ospitati nella stalla pubblica di Borgo Garibaldi. La tradizione vuole che il cavallo di Vittorio Emanuele II si sia abbeverato alla fontana durante il corteggio che accompagnò il passaggio del sovrano lungo la cinta muraria nel 1860.

Palazzo Ferri

È stata l’ultima residenza di Camillo Ferri, Marchese di Monte Ferro, che, morendo nel 1902, lasciò tutti i suoi averi al Comune, all’Ospedale Umberto I, all’Asilo Vittorio Emanuele II, all’Orfanotrofio Carradori-Pianetti, alla società Operaia, al Gabinetto di Lettura A. Scaramuccia ed alla Banda Filarmonica. La facciata principale del palazzo è in stile tardo neoclassico ed al Piano Nobile, che conserva soffitti affrescati con motivi mitologici, è ospitato l’Archivio Storico.

Chiesa di Santa Croce

La sua prima edificazione risale al 1558, anno in cui il Comune decise di costruire una nuova chiesa che potesse accogliere degnamente la reliquia della Croce conservata in una piccola cappella. Ricostruita a partire dal 1595, la facciata è caratterizzata da un portico costruito nel 1660, a tre campate coperte da volte a crociera, mentre l’interno, ad aula unica, presenta otto cappelle in parte rielaborate nello stesso anno e ornate di stucchi, tele, affreschi e arredi. Le cappelle appartennero a nobili famiglie locali, tra cui i Buscalferri, i Tulli, gli Antolini, i Buratti e i Ferri, che posero i loro stemmi alla sommità degli archi d’ingresso. L’altare maggiore è una delle opere più importanti fra gli arredi della chiesa. Costruito tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, in legno intagliato e dorato con una grande ricchezza ornamentale, separa il presbiterio dal retrostante coro ligneo e al centro accoglie un imponente crocifisso ligneo. La cantoria della controfacciata, in stile rococò, accoglie un organo del 1750 attribuito a Giuseppe Attili da Ortezzano.

Chiesa di San Giovanni Battista

È il nucleo più antico del convento delle Clarisse e risulta essere la seconda parrocchia costituitasi a Montecassiano dopo quella di San Nicolò. A fronte di una forma esterna rettangolare, con copertura a capanna e doppio portale, l’interno è invece a pianta ottagonale con copertura a cupola lobata. Le decorazioni delle membrature architettoniche, quelle degli altari, le cornici alle pareti e sulla cupola sono realizzate in stucco e propongono un repertorio di angioletti, fiori, conchiglie e volute. I lati maggiori sono occupati dalla controfacciata e dai tre altari. Le pareti sono articolate da paraste lisce di ordine gigante con capitello composito.

Municipio (ex convento degli Agostiniani)

Il nucleo originario del convento risale ad un periodo compreso tra il 1481 ed il 1496. Dal 2009, è sede del municipio. Successivamente al 1861 la chiesa ed il convento di San Marco vennero dichiarati di proprietà del Comune. La chiesa fu affidata fino al 1910, anno in cui gli Agostiniani si allontanarono definitivamente da Montecassiano, alla custodia di un padre agostiniano e di un laico. Di rilievo i dipinti a fresco, di epoca ottocentesca, presenti nel soffitto della sala a sud est del complesso, rappresentanti le Allegorie delle Arti e, nel medaglione centrale, Diana cacciatrice. La sala adiacente, piuttosto grande, ha dipinto sul soffitto lo Stemma comunale.

Oratorio di San Nicolò

L’edificio risale al XIII secolo. Nel campanile a vela si trova una delle più antiche campane della Marca (fusa nel 1382). Fu sede della prima parrocchia del paese. Dopo la costruzione delle mura nel ‘400, l’edificio perse la sua primaria importanza poiché venne a trovarsi all’esterno della cinta muraria, in posizione più indifesa. L’oratorio è caratterizzato da un’abside romanica ed è ad aula unica. Originariamente le pareti erano coperte da affreschi a carattere devozionale, opere di scuola marchigiana dei secoli XV e XVI.

Palazzo dei Priori

L’impianto originario del palazzo risale al XII secolo, ma venne completamente rifatto nel XV secolo. Al 1467 risalgono la facciata ed il porticato, come attestato dalla lapide incassata sopra il secondo pilastro da sinistra, realizzati su disegno di mastro Antonio Lombardo sul modello della coeva architettura lombarda. Nel secolo successivo il Comune provvide all’acquisto di alcune case limitrofe per ingrandirlo. L’aspetto odierno della facciata è il risultato dell’opera di restauro condotta nel 1938 dall’architetto Guido Cirilli, un intervento che ha comportato il ripristino della merlatura e la costruzione del grande arco di collegamento con il Palazzo Compagnucci. La facciata presenta, nella nicchia tra la prima e la seconda finestra, un affresco ottocentesco raffigurante la Madonna con il Bambino. All’interno si trovano una stele funeraria lapidea risalente al I secolo dopo Cristo in onore di Cassia Orestina, ritrovata nel 1602 nella località di Valle Cascia. L’Aula Magna, già sala consiliare, coperta da un soffitto a capriate lignee, è illuminata dalle tre bifore della facciata.

Porta e mura Castellane

La cinta muraria del Comune, risale all’inizio del ‘400.

Gran parte del lavoro venne compiuto da maestranze lombarde nel 1437, periodo in cui furono edificate anche le tre porte di accesso: la Porta del Cerreto, la Porta di San Giovanni e la Porta di Santa Croce.

La Porta del Cerreto, oggi Porta Diaz, sorge in posizione arretrata rispetto alle mura fortemente scarpate ed è dotata di bertesca centrale, di torre di rinfianco e di merlatura ricostruita.

La Porta di San Giovanni, o della Pesa, si trova in fondo alla scalinata di Via Roma e costituiva l’antico ingresso al centro storico.

La Porta di Santa Croce, o di San Nicolò, oggi Porta Cesare Battisti, era l’unica munita di ponte levatoio e ancora oggi mostra il parapetto merlato con le feritoie per il tiro e le camere di alloggiamento delle bombardiere laterali.

Collegiata di Santa Maria Assunta

Costruita su un preesistente tempio pagano dedicato alla dea Venere, l’originaria pieve ottenne nel ‘700 il titolo di Chiesa Collegiata, mantenendo l’intitolazione di “Santa Maria”.

La facciata a spiovente unico è sovrastata da un rosone in pietra bianca e da una monofora. Il portale in bronzo narra la storia della comunità religiosa di Montecassiano ed è stato realizzato nel 1985 dallo scultore Sesto Americo Luchetti. L’interno è diviso in tre navate coperte da volte a crociera sostenute da pilastri ottagonali sormontati da semplici capitelli. La struttura architettonica è in stile gotico cistercense. La chiesa ospita la pala d’altare in terracotta invetriata e dipinta, di Fra Mattia della Robbia, e rappresenta la Madonna con il Bambino in gloria tra i SS. Sebastiano, Rocco, Pietro Martire e Antonio abate. La predella racconta storie dell’infanzia di Gesù alternate ai caratteristici festoni di frutta robbiana. Nella lunetta si impone la figura di Dio Padre benedicente, affiancato da angeli suonatori e circondato da festoni e cherubini.

Nella navata di destra si può ammirare la pala di Giacomo da Recanati, della metà del XV secolo, con l’Incoronazione di Maria Vergine tra i SS. Francesco d’Assisi, Giovanni Evangelista, Giovanni Battista, Lorenzo e i due committenti.

La cappella laterale, a destra di quella Maggiore, è dedicata alla Madonna del Buon Cuore.

Chiesa di San Marco

La chiesa, costruita nell’ultimo decennio del XIV secolo, fu spesso utilizzata come sala per il Consiglio durante i periodi di guerra e di pestilenza. Chiesa e convento vennero presto affidati all’ordine degli Agostiniani che si insediarono nel Comune alla fine del XV sec. e provvidero all’allargamento del vicino convento attraverso ristrutturazioni e accorpamenti. In questo tempio sacro prese i voti e divenne rettore il Venerabile Giovanni Nicolucci, che assunse il nome di P. Giovanni di San Guglielmo, noto come l’Apostolo della Maremma, e che visse e operò ai tempi dei Granduchi di Toscana Ferdinando I e Cosimo II. L’interno della chiesa è uno splendido esempio di barocchetto marchigiano a tre navate.

Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo

Costruita nel secolo XVIII, in origine faceva parte di un più vasto complesso adibito a ospedale e retto dalla Confraternita dei SS. Filippo e Giacomo. Di forma semplice e lineare, ha un interno ad aula unica con copertura a vela e ospita il Museo delle Confraternite che raccoglie gli oggetti processionali, ancora oggi usati nelle solenni processioni, appartenenti alle confraternite del paese e custodisce atti e documenti ufficiali delle confraternite stesse.

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